Non è un volto nuovo del fashion system, ma uno dei diversi italiani che esprimono le proprie competenze e attitudini cercando lavori in centri culturali. Come lui, una persona su 5 (il 22 %) afferma che in futuro vorrebbe provare altri ambiti lavorativi e di carriera per accrescere le proprie conoscenze e scoprirne di nuove.
Qui di seguito vi riporto una sua intervista apparsa su D Magazine qualche anno fa che vi invito a leggere con attenzione perché è estremamente interessante.
Che lavoro sognava di fare quando era piccolo?
<< Sono sempre stato affascinato dalle immagini. Adoravo andare nell'ufficio di mio padre e usare la fotocopiatrice per giocare con le fotografie. Volevo restare nel mio mondo magico di bambino e in qualche modo ci sono riuscito>>.
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Alcuni lavori di Umberto Nicoletti |
Qual è stato il suo percorso?
<< All'università ci assegnarono il compito di individuare e realizzare un "totem" che ci rappresentasse. Con l'aiuto di due amici, seguendo un gioco ad esclusione, arrivammo a questo concetto: "vortice equilibrato". Queste parole rappresentano il mio modo di lavorare. sono nato a Padova, dopo il liceo artistico sperimentale ho frequentato l'Isia di Urbino dove ho studiato tipografia, illustrazione, serigrafia, percezione visiva e programmazione informatica. Poi un anno in Germania e alla fine, Milano. Principalmente faccio il fotografo, spesso mi diverto a fare il regista di videoclip e ho un gruppo di rock alternativo di nome Enil la Fam del quale sono la voce. Ho fatto anche parte di un collettivo chiamato PhoneJobs che ha fatto da spalla alla cantante Meg nel primo concerto interamente eseguito, audio e video, con Iphone e Ipad nel 2009/2010.
Scelgo luoghi e professioni per contrapposizione, mi costringo ad affrontare sempre scelte nuove e diverse. Così si impara tantissimo, senza dare niente per scontato. All'inizio lottavo contro il mio essere poliedrico, poi mi sono reso conto che una cosa dava nutrimento all'altra; se toglievo tutto focalizzandomi su una cosa sola, la magia creativa non funzionava più >>.
Come concilia lavoro e passione?
<< Sono la stessa cosa. Credo non ci sia niente di peggio dell'affrontare ogni giorno un lavoro che non si vuole fare. Ho bisogno di stupirmi io per primo per poter trasmettere emozione ad altre persone. Forse è per questo che appena avverto la noia dietro l'angolo mi sposto verso un nuovo progetto che mi possa far ritrovare l'entusiasmo >>.
Un incontro lavorativo che le ha cambiato la vita?
<< Sicuramente quello con Meg: insieme a lei ho capito che la creatività non è fatta di etichette ma di curiosità, dedizione e collaborazione >>.
La Pinta*
Immagini da:
www.umbertonicoletti.com