Sicuramente molti di voi non la conoscono, o forse sì, fatto sta che è stato un prodigio dell'ultimo trentennio che ha caratterizzato la storia della danza. Purtroppo, oggi Pina non c'è più. Rimane di lei la sua musica, le sue coreografie, i suoi ballerini.
Circa un mese fa ho visto in anteprima il film-documentario realizzato dal regista e amico della Bausch, Wim Wenders "Pina", dedicato proprio alla coreografa tedesca. Mi sembra un po' scontato dire che questo cine-documentario sia bellissimo ed emozionate; è la summa del pensiero di Pina, cosa pensava della danza, che cosa significava realmente per lei ballare.
Pina Bausch e Wim Wenders (Il cielo sopra Berlino, Paris-Texas, Palermo Shooting) erano amici da 20 anni e da subito coltivarono l'idea di fare un film insieme. Sconvolto per la perdita, Wim voleva cancellare tutto: il progetto non aveva più senso. C'è voluto molto tempo per superare il lutto, più di un anno, riuscendo a farsi convincere dalla compagnia a riprendere il progetto.
"Ho capito che avevo solo un modo per sostituire la sua presenza, lasciar parlare le persone che la conoscevano meglio, i suoi danzatori" afferma Wenders. Adottando il metodo Bausch, ha fatto loro delle domande, lasciando che rispondessero con il linguaggio che conoscevano meglio, il movimento.
Il risultato è un viaggio emozionante in quello spazio originale dell'arte che lei ha creato, il Tanztheater.
Wenders ha filmato ex-novo le coreografie Cafè Muller, Le Sacre Du Printemps, Vollmond e Kontakthof, usando il 3D in modo spettacolare, e le ha montate alternandole a brani su Pina a lavoro, poi è andato tra le strade di Wuppertal (città natale di lei dove la compagnia lavorava) trasformandole in scenari per gli a solo dei danzatori: il treno sulle rotaie sospese, uno stabilimento dismesso, la campagna. In mezzo a tutto i ricordi di ognuno raccontati nella propria lingua madre. Un' elaborazione del lutto collettiva.
"Nessuno di noi- racconta Cristiana Morganti, nella compagnia dal 1993- era riuscita a salutarla. Eravamo stati colti di sorpresa. Wenders ha colto questa sensazione, la nostra voglia di dirle addio con la danza come avrebbe preferito lei". Cristiana ha scelto un frammento in cui danza sulle punte: "Lì è cominciata la mia storia con lei. Era il 1986, avevo 17 anni, studiavo all'Accademia di Roma. Andai a vedere Wiktor e rimasi sconvolta in senso positivo, in particolare dall'assolo. Da allora il mio obiettivo era entrare nella compagnia: e quando ci riuscii, Pina mi affidò quasi subito quel pezzo". Conclude dicendo " La Bausch, artista dalla sensibilità straordinaria, era anche una persona speciale. Appena pensavo di avere capito qualcosa di lei, tornavo indietro, perchè il suo fascino era restare imprevedibile, un mistero. In apparenza aveva un aspetto severo, ma di fatto non lo era. E il rischio di annoiarsi o di ripetersi, con lei, non c'era davvero mai".
Wim Wenders e Pina Bausch. |
Alcuni frame del film-documentario:
Foto tratta dall'archivio della Fondazione Teatro Massimo di Palermo. Da sin. verso destr. la traduttrice Betta De Stefani, l'addetto stampa Mario Pintagro e la coreografa Pina Bausch. |
Essendo amante della danza, non posso non consigliarvi il film soprattutto per le coreografie e per i vestiti, che sono uno più bello dell'altro: un mix incredibile di teatro e danza.
Se non avete ancora visto "Pina", fatelo! Ne rimarrete sbalorditi.
La Pinta*
CIAO... grazie per aver pubblicato questo post... non la conoscevo..però è stata davvero un bell'esempio...ciao..luigina
RispondiEliminaDiciamo che non é proprio il genere di film che vedo, ma questo post mi ha incuriositá, quindi sicuramente lo vedró ;)
RispondiEliminaGrazie mille per i commenti che mi lasci, sto combattendo con il sito per fare la "diretta radiofonica" ma é complicatissimo >.< La tecnologia é contro di me XD
xx