“Non guardarmi. Muoviti! “, avrebbe
potuto dire Norman Parkinson
mentre immortalava le modelle, proprio perché la sua peculiarità, che gli fece
raggiungere la fama, fu quella di essere il primo fotografo a ritrarre donne in
movimento. In quasi sessant’anni di carriera, Parks (come lo chiamavano gli
amici) ha trasformato la fotografia di moda dal glamour degli anni ’30 all’esagerazioni
degli anni ’80 (muore nel 1990) scoprendo un nuovo stile.
<<Negli scatti di un tempo>>
spiegava << le ragazze avevano le ginocchia “incatenate”. Nella vita di
tutti i giorni non ne ho mai conosciuta una così. Le ragazze che vedo, e che mi
piace fotografare, camminano, corrono, saltano>>. Il suo acerrimo rivale
Cecil Beaton lo definì “un po’ sopra le righe”, Parks era celebre per i suoi
baffi impomatati all’insù e per i suoi capi color
panna.
Precursore dell’action realism (“realismo
in movimento”), Parkinson adorava le immagini che esprimessero più naturalità possibile,
intrise di energia e spontaneità. Optava sempre per scattare alla luce del sole
e non con l’ausilio di strumenti artificiali e annullò le pose statiche e
ambientazioni vecchie ed eccessive per catturare con il suo obiettivo sprazzi
di realtà.
Inoltre fu lui ad essere uno dei
primi a realizzare servizi fotografici in località esotiche proprio perché adorava
viaggiare ed era dell’idea che <<la
macchina fotografica è il mio passaporto. Se il giornale mi chiede: partiresti
domani per il deserto del Gobi?” “sicuro”, rispondo, “mandatemi il biglietto”>>.