martedì 28 ottobre 2014

Corri per me!

“Non guardarmi. Muoviti! “, avrebbe potuto dire  Norman Parkinson mentre immortalava le modelle, proprio perché la sua peculiarità, che gli fece raggiungere la fama, fu quella di essere il primo fotografo a ritrarre donne in movimento. In quasi sessant’anni di carriera, Parks (come lo chiamavano gli amici) ha trasformato la fotografia di moda dal glamour degli anni ’30 all’esagerazioni degli anni ’80 (muore nel 1990) scoprendo un nuovo stile.





<<Negli scatti di un tempo>> spiegava << le ragazze avevano le ginocchia “incatenate”. Nella vita di tutti i giorni non ne ho mai conosciuta una così. Le ragazze che vedo, e che mi piace fotografare, camminano, corrono, saltano>>. Il suo acerrimo rivale Cecil Beaton lo definì “un po’ sopra le righe”, Parks era celebre per i suoi baffi impomatati all’insù e per i suoi capi color panna.



Precursore dell’action realism (“realismo in movimento”), Parkinson adorava le immagini che esprimessero più naturalità possibile, intrise di energia e spontaneità. Optava sempre per scattare alla luce del sole e non con l’ausilio di strumenti artificiali e annullò le pose statiche e ambientazioni vecchie ed eccessive per catturare con il suo obiettivo sprazzi di realtà.



Inoltre fu lui ad essere uno dei primi a realizzare servizi fotografici in località esotiche proprio perché adorava viaggiare ed era dell’idea che  <<la macchina fotografica è il mio passaporto. Se il giornale mi chiede: partiresti domani per il deserto del Gobi?” “sicuro”, rispondo, “mandatemi il biglietto”>>.

martedì 21 ottobre 2014

L'arte del cristallo

Ci sono tante tipologie di cristallo ma sono sicura che il primo nome che vi viene in mente è Baccarat.
Ci ho azzeccato? Spero di sì perché proprio quest’anno la maison fondata in Lorena nel 1764 per volere di re Luigi XV festeggia i suoi 250 anni. 


Traguardo molto importante che è stato celebrato con una retrospettiva composta da pezzi che provengono dall’illuminazione alla decorazione presentata al Fuorisalone a Milano.



In questi lunghissimi anni, la fabbrica ha soddisfatto richieste di tanti personaggi illustri. Da Edoardo VIII e Wallis Simpson, al presidente Roosevelt, fino ad arrivare alla regina Elisabetta II d’Inghilterra.

Wallis Simpson ed Edoardo VIII

Elisabetta II d'Inghilterra

Ma anche le celebrities hanno beneficiato: per Coco Chanel è stato realizzato un piatto decorato con un disegno di forbici e stoffa, per Grace Kelly e Ranieri di Monaco delle bottiglie per il matrimonio invece per Aristotele Onassis è stato creato un servizio da yacht.
Se dal 15 ottobre 2014 al 4 gennaio 2015 fate un salto a Parigi vi consiglio di andare a vedere una mostra al Petit Palais dedicata alle realizzazioni più belle del la cristellerie française (prezzo del biglietto € 11). 

martedì 14 ottobre 2014

Il nostro mondo parallelo chiamato borsa


Una volta qualcuno disse che se guardi nella borsa di una donna puoi capire tante più cose legate alla vita, alla sua personalità che non capiresti frequentandola semplicemente.
Non so se crederci o meno a questa leggenda metropolitana fatto sta che nell’immaginario collettivo e in particolare in quello maschile, la donna viene sempre immaginata insieme ad un oggetto da portare a passeggio, neanche fosse un razza canina di alto livello: la borsa.

BOYY

Nina Ricci

Michael Kors

Giuseppe Zanotti

Per gli uomini è vista come un mero strumento altamente funzionale, quasi sempre inutile, che crea impaccio, difficoltà. Per la donna è un mondo parallelo, uno star gate da quale, una volta entrati, difficilmente ci accorgiamo la reale necessità delle cose che abbiamo inserito. Così che diventano quasi delle performance, cariche di espressività e originalità che qualche artista ha pensato bene di elevare a protagoniste dei propri lavori. Uno fra questi è Hans Peter Feldmann, il quale ha svuotato dei contenuti di diverse borse in delle teche di vetro e li ha magistralmente esposte in una galleria di Londra riscuotendo un successo non indifferente.



Uno striptease dell’anima femminile fatto di occhiali, scarpe, carte di credito, tappi per le orecchie, scontrini inutili, biglietti da visita. Lo stesso artista ha affermato <<Ricordo mia madre e la sua borsa. Guardarci dentro rappresentava un rigoroso tabù>>.
Anche un fotografo italiano ha fatto un’analisi antropologica delle borse; Francesco Franzetti ha catturato l’interno di diverse borsette di quattordici donne tra i 22 e gli 88 anni: cappelli di lana, pacchetti di sigarette, telefoni, guide stradali, pillole varie.

martedì 7 ottobre 2014

Un lunchbox con Zerobriciole

Con i tempi che corrono anche mangiare è diventato uno stress, soprattutto quando non ci si può allontanare dalla propria postazione lavorativa e pur di finire in tempo quel determinato compito, si posticipa il pranzo o peggio, si ripiega su cibi molto fast e soprattutto dannosi per il nostro corpo!
Ragazzi! Siamo nel 2014 e volete che qualcuno non abbia pensato a migliorare le pause pranzo gustando qualcosa di genuino e soprattutto senza lasciare tracce? Ovviamente sì.


Lei si chiama Martina Camporeale, imprenditrice e ideatrice di Zerobriciole, una società che ha rivoluzionato la concezione della pausa pranzo e in generale dei pasti.



Nella società attuale, sempre in movimento, il mondo della pausa pranzo è cambiato. Oggi si mangia in piedi, al bar, in treno o seduti alla scrivania” spiega Martina, diplomata all’Istituto Europeo di Design a Roma e laureata in Scienze della Comunicazione e Marketing con una tesi sul Food Entertaiment.
Zerobriciole si rivolge proprio a chi non ha molto tempo a disposizione per alzarsi dal desk e andare al ristorante, ma non vuole rinunciare agli alimenti buoni e genuini senza lasciare tracce di cibo.


In più questi pocket lunch belli alla vista vengono consegnati da addestrati biker e driver che in poco tempo raggiungono qualsiasi parte della città.
Il team di Zerobriciole ci tiene all’estetica e tutti i packaging sono composti da carta, balsa e materiali di risulta, frutto di un‘attenta selezione pratica ed artistica.

Adoro le cucine dal mondo e ne prendo in prestito alcuni ingredienti, prodotti e tecniche di cottura”, aggiunge Martina oltre che imprenditrice anche sommelier professionista e creatrice di corsi di avvicinamento al vino (info su vinidadivano.com).
La proposta più particolare? Lo Stecco Salato, brevettato nel 2012, si può mangiare dappertutto ed è molto simile al Mottarello ma in versione Zerobriciole: al posto del gelato, risotto alla milanese, polenta taragna o cotoletta di pollo.