Di solito quando
una persona è talmente brava in una cosa si dice che era destino che facesse quella
determinata occupazione proprio perché fin da piccolo era predisposto a ciò.
Potrebbe essere capitato anche al più geniale e appartato degli stilisti
italiani, Roberto Capucci. Lui ha vestito i sogni per oltre sessant’anni e,
alla veneranda età di 84 anni, ha deciso di non fermarsi e il mese scorso ha
lanciato una linea prêt-à-porter a Milano.
Dopo aver
vestito dive di tutto il mondo, Capucci ha deciso di dare una svolta, di
cambiare direzione e di vestire le donne di tutti i giorni. Così ha fatto in
totale controtendenza rispetto ai suoi colleghi che hanno iniziato a creare
linee di alta moda, come Fendi che presenterà una linea di pellicce
disegnata da Karl Lagerfield il prossimo luglio a Parigi.
<< Era da tempo che meditavo questo
passo >>, spiega il creatore romano seduto sul divano nel suo atelier con
vista del Foro Traiano. << Camminare per strada e vedere ragazze con
cosce strizzate da leggings aderentissimi è sconfortante. Mi fanno sorridere
quelle donne che credono di essere sexy quando indossano un paio di slip
trasparenti o con una camicetta di pizzo vedo-non-vedo. Essere sexy è un modo
di essere, è uno sguardo, una maniera di accavallare le gambe, un certo modo di
buttare indietro la testa. Insomma con i vestiti centra poco e niente. Il mio
sogno è sempre stato quello di rendere belle le donne. E allora mi son detto:
tanto vale provare e, insieme a un team di giovani guidato dalla designer
Cinzia Minghetti, ho creato questa collezione >>.
Roberto Capucci e Cinzia Minghetti |
Più che
lusingata di poter collaborare con una mente così innovativa quale è quella di
Capucci, la Minghetti confessa: << E’ stata un’esperienza davvero
emozionante. Quando mi è stato chiesto di collaborare con Capucci ero molto
intimidita, pensavo che interpretare il suo stile sarebbe stato difficilissimo.
Mi aspettavo una persona distaccata e distante. Invece Roberto riesce a
comunicare con una naturalezza incredibile. E poi, facendo un viaggio nel suo
mondo, attraverso i disegni e gli abiti del suo archivio, ho scoperto che alla
base delle sue architetture di seta c’è l’amore per il nitore estetico e l’essenzialità.
Così, in un momento caratterizzato dagli eccessi, abbiamo deciso di creare una
collezione all’insegna della pulizia >>.
La collezione è
composta da 130 capi, tra capospalla, abiti, maglieria e accessori che sono
stati confezionati interamente in Italia. Il punto di partenza della nuova
linea? La celebre linea a scatola con la quale Capucci ottenne l’Oscar della
moda da parte dei grandi magazzini Filene’s di Boston. Era il 1958 e mentre
Christian Dior celebrava il trionfo delle jolie madame con pizzi, trine e tulle,
Capucci colpì nel segno con la sua linea quadrata uscendo fuori dal coro e
affermando : << Sennò che gusto c’è? >>.
La Pinta*
Immagini prese da:
www.ansa.it
www.pinterest.com
2 commenti:
ma cosa mi hai fatto tornare alla mente... ero poco più che una bambina e Roberto Capucci era quasi ancora un ragazzo quando già disegnava abiti che mi facevano sognare... è pure invecchiato bene! Lo sai che è stato il primo marito di Catherine Spaak?
Veramente?? Non lo sapevo!! :O bella donna la Spaak ;)
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