mercoledì 4 aprile 2012

EssereCorvo

Un incontro ravvicinato tra un uomo e un corvo può produrre una reazione artistica improvvisa ed emozionante. E' capitato a Josef Nadj, coreografo ungherese, grande appassionato di arti marziali, pittore e fotografo. 
Ammaliato dal volo dei corvi, ha iniziato a disegnare e poi ha trasportato le sue figure nella danza creando Les corbeaux (I corvi), un assolo in scena che si è svolto in prima nazionale il 3 marzo scorso al Festival Oriente e Occidente di Rovereto.









"Quattro anni fa - racconta Nadj- un corvo mi è "apparso" dal tetto di un teatro di Tokyo. Sembrava mi stesse cercando per comunicarmi qualcosa: si è messo al mio fianco, e ho iniziato a pensare come avrei potuto rispondere, con il mio corpo, a questo straordinario animale". 
Nadj è nato nel 1957 a Kanjiza (oggi Serbia), dal 1995 dirige il Centre choréographique d'Orléans e dal 2002 è Chevalier de l'Ordre  des Arts et des Lettres e nel 2006 gli è stata affidata l'apertura del Festival d'Avignone, del quale ricopre la carica di condirettore. 
L'artista si lascia ispirare dall'osservazione della natura e dalla sua incredibile bellezza.




Perché i corvi l'affascinano? 
"Nel medioevo il corvo era il simbolo della saggezza, aveva un posto importante. Mi ha fatto riflettere come il mondo intorno a noi si trasforma".


Nello show il pubblico vede sullo sfondo i suoi disegni in bianco e nero che riproducono in modo astratto l'istante in cui il volatile scende al suolo e si posa. Intanto lei è ricoperto di fango...
"Sono partito dai disegni per rappresentare con il corpo coperto di fango il cataclisma del petrolio che si riversa in mare".


Che rapporto c'è tra i suoi movimenti e la musica eseguita in scena dal sax del suo connazionale Akosh Szelevény?
"C'è una relazione molto confidenziale, aperta, tra il mio corpo e la sua musica. E ogni sera si crea un rapporto particolare, basato anche sull'improvvisazione".



Les corbeaux è un lavoro un po' dark? 
"Sì, ma è anche uno spettacolo molto delicato, di ricerca. Trasmette atteggiamenti costruttivi, per affrontare i problemi, anche quello del disastro ecologico".




C'è un messaggio che con la sua arte vuole trasmettere ai giovani? 
" Voglio dire loro di non disperarsi mai, anche di fronte ai problemi politici ed economici. E di cercare sempre delle risorse fisiche ed umane per continuare a creare, nella società contemporanea".






Cosa ne pensate? Vi ha colpito il suo modo di vedere le cose e la sua arte? 





La Pinta*

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Wow bellissimo post ! Le immagini sono spettacolari :)

Penelope ha detto...

Direi che mi ha veramente colpita il suo modo di vedere e far vedere l'arte!!
Stupendo post!!

xoxo Greta
http://ilfilodipenelopeblog.blogspot.com/

Domenico ha detto...

E' mio connazionale e lo conosco bene. Come ti dicevo il blog è ben strutturato. In bocca al lupo! :)

Domenico.

Anonimo ha detto...

Bellissimo post e bellissime foto! :)

passa da me c'è un nuovo post! :)
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