Nelle sue vene scorre sangue caraibico, ma Stella Jean è nata a Roma. Da qui la fusione, nei suoi abiti di due mondi, di due culture: quella europea e quella creola.
L'insieme è un dipinto interculturale, in cui si fondono due etnie completamente differenti. Per lei la creazione è "un atto d'istinto", come lo è, a quasi due anni dal terremoto che ha sconvolto Haiti, dare il suo aiuto alla campagna di sviluppo sociale ed economico per l'isola situata nel Golfo del Messico.
Sono rimasta molto colpita dalla scelta di abbinare una comune camicia con questi bellissimi e variopinti tessuti.
Di seguito vi riporto un articolo scritto dalla cantante Cyndi Lauper (autrice della famosa canzone Girls just want to have fun) pubblicato nel numero 59 di Velvet Magazine.
Sembrano mostri usciti da qualche strano e insolito racconto, i personaggi raffigurati nelle creazioni di Alessandro Acerra (Avellino, classe 1980), giovane fashion designer ideatore del brand Hibu. In realtà i soggetti spiritosi che compaiono nelle T-shirt o nelle felpe, sono stati realizzati con scarti di stoffe assemblati per creare un nuovo tipo di moda, che combatte lo spreco e valorizza il lavoro artigianale.
Si possono utilizzare i comuni fogli di quotidiani per creare degli accessori come scarpe e borse? La risposta è sì! Lo ha fatto una fashion designer, Colin Lin di Taiwan, che ha realizzato calzature e accessori utilizzando la carta riciclata dei giornali. Da così lontano gli articoli creati da Lin son arrivati in America e in Europa e hanno avuto tantissimo successo soprattutto da quella schiera di clienti molto attenti all'ecologia e all'eco-sostenibilità.
Quando vidi per la prima volta questo titolo ho pensato subito che si trattava di una band, in realtà si tratta solo di una persona, una ragazza di nome Florence Welch (Londra, classe 1986) in arte Florence and The Machine. Il secondo appellativo si riferisce ad un gruppo di artisti che collaborano con lei per creare musica per la sua voce. Si è fatta conoscere e apprezzare molto dalla critica nazionale e internazionale nel 2009, quando è uscito il suo primo album "Lungs", un ellepi di canzoni pop nella migliore tradizione inglese, fatto di ricerca ed originalità che
riesce ad andare oltre le definizioni di rock indipendente e da
classifica. "Lungs" è stato realizzato in una Sinagoga dismessa con l’aiuto di due tra
i produttori più ricercati del momento, ovvero James Ford (già al
lavoro per Klaxons e Arctic Monkeys) e Paul Epworth (Bloc Party).
Al 17° salone del cioccolato di Versailles, la presentatrice televisiva Karine Ferri indossa in passerella un goloso abito fatto in cacao, durante una sfilata di vestiti realizzati interamente in cioccolato. Tra le numerose modelle che hanno calcato la scena, la Ferri è stata protagonista di una piccola disavventura: la gonna si è sciolta poco dopo l'uscita in passerella e l'abito è interamente caduto a pezzi sotto lo sguardo degli spettatori. Molto originale come idea ma difficile da fare perchè il cioccolato non garantisce la stessa aderenza al corpo di una modella, come potrebbe essere per una stoffa! Che ne pensate?
Si sta avvicinando la festa di Halloween e guai se gli anglosassoni
non la festeggiano, a modo, travestendosi come meglio possono! Qui di
seguito vi posto delle foto di alcuni vip che si sono camuffati con
eccetriche mise e di altri che hanno optato per un look più pratico ma
adatto al tema!
La cantante Christina Aguilera con suo figlio Max.
... è un'arte a tutti gli effetti! Fino a qualche tempo fa pensavo che il trucco potesse passare in secondo piano, che fosse solo un abbellimento per l'outfit di una sfilata o per ornare un costume in una pièce teatrale. Accostandomi molto alla moda e cercando di analizzarla, ho capito che ha un'importanza non indifferente. Non sono un'esperta, questo è certo , ma sono dell'idea che attraverso le sfumature dei colori e i vari disegni che si possono creare sul viso o su altre parti del corpo, si possa comunicare molto. Sono dell'idea che un make up potrebbe esprimere qualcosa anche senza l'ausilio di mise o accessori, proprio perchè ha il potere di ammaliare, o nei casi peggiori spaventare, chi osserva. E' uno strumento fantastico soprattutto per recitare e impersonare qualcun'altro.
Purtroppo non vado molto d'accordo con coloro che, avendo la passione per il trucco e le varie nuances, decidono di dare dei suggerimenti attraverso dei video ai giovani ; il motivo è perchè mi perdo in quello che dicono e sprofondo (nel vero senso della parola) in uno stato di confusione misto nervosismo che mi induce subito a stoppare il video e uscire da youtube. Però (e c'è sempre un però..) questo non è capitato con una ragazza, che mi ha subito meravigliato con i suoi tutorial e che penso conoscerete in molti, grazie anche alla pubblicità che ha fatto il suo caro amico Willwosh.
La scorsa estate l’associazione LiberaAmbiente, ha invitato
l’associazione Hombre (di cui faccio parte) ad aderire alla manifestazione “Mondello
Sostenibile”, presso la spiaggia attrezzata di Valdesi. Dato il tema ho
proposto all’associazione di organizzare
una sfilata incentrata sul mood dei
quattro elementi.
Ho selezionato 20
modelli tra ragazzi e ragazze, senza alcuna esperienza precedente.
Protagonista della
sfilata è stato il colore, che ha determinato ognuno dei quattro elementi. Il fuoco ha aperto la sfilata con un abito
lungo rosso brillante con scollatura a trapezio; a seguire è entrato in scena l’elemento della terra:
gli outfits si basavano sui toni del
marrone e del verde scuro.
Successivamente il
pubblico ha ammirato gli abiti relativi all’elemento aria sui toni del bianco,
beige, e tortora.
La fashion show si è
conclusa con l’elemento dell’acqua portando una ventata di freschezza con le
sfumature del blu, azzurro e celeste.
I modelli e le modelle si sono esibiti a titolo gratuito.
Alla fine della sfilata il presidente di Hombre ha premiato l’abito più bello
per ogni elemento, consegnando ai quattro modelli selezionati dei gifts a tema.
Il mio impegno è stato totale, poiché ho curato tutti i
particolari dell’evento: dalla scelta della location, all’organizzazione degli
spazi, dalla selezione dei modelli, alla combinazione degli outfits, dalla
composizione della scaletta musicale, all’elaborazione del trucco per ciascun
partecipante. Ma è stato anche un lavoro di staff, poiché alcuni soci Hombre
hanno collaborato. Tre ragazze hanno svolto il ruolo di assistenti, altre due
si sono occupate del servizio d’ordine, e un fonico si è occupato del service. La fotografa Valeria Gianfalla ha documentato tutto
l’avvenimento. Le sue foto sono visionabili cliccando questo link https://www.youtube.com/watch?v=Q8IePXPK8Ak .
Tutta l’esperienza è stata entusiasmante, e per certi versi
sorprendente perché tutto si è svolto in pochissimo tempo senza una consolidata
esperienza alle spalle.
Gli stessi ragazzi che hanno sfilato quasi per gioco, sono
rimasti affascinati dall’accoglienza del pubblico a loro tributato ed hanno
espresso il desiderio di ripetere l’esperienza.
Quest'oggi parliamo di un'artista americana con una voce strepitosa che fa ricordare le cantanti gospel o blues come Etta James o Aretha Franklin. Lei è Christina Aguilera.
Nata a Staten Island nel 1980 da padre
ecuadoregno e madre irlandese, nel 1993 partecipa al Mickey Mouse Club, insieme
a Britney Spears e Justin Timberlake. Con il suo primo album, "Christina
Aguilera", del 1999, scala le classifiche. Da ricordare i singoli: "Genie in a Bottle" (che segnò il suo esordio), "What a Girl Wants", "I Turn to You", "Come on over, baby (All I want is you)". Quest'ultimo singolo
le fa ottenere un Grammy come miglior artista emergente. Nel 2001 Christina
Aguilera si unì a Pink, Mya e Lil' Kim e dette vita ad uno dei più grandi
successi di quell'anno, la cover di una canzone di Patti LaBelle, nonché
colonna sonora del film Moulin Rouge : "Lady Marmalade".
A mio parere gli outfits scelti per questo
videoclip non sono dei migliori, o meglio se si analizza singolarmente i
vari capi possono risultare interessanti, ma combinati insieme
personalmente appaiono un po' troppo eccessivi e pomposi.
Totalmente diverse le mise indossate dalla star
nel video di
"Beautiful" e "Fighter".
In quest'ultimo, i vari outfits sono stati curati dalla costume designer Carol Beadle che per l'Aguilera
ha utilizzato prevalentemente colori scuri come il nero corvino e il grigio scuro. Christina è vestita come la Vedova Nera, un tipo di ragno che se colpisce
l'uomo può condurlo alla morte. La similitude è delle più appropriate visto che
il testo vuole comunicare, in maniera decisa, di essere più forti e
di difendersi da coloro che vogliono approfittarsi del prossimo. La cantante
racconta la sua esperienza e solo dopo tanti soprusi e ingiustizie capirà che
quello che le è capitato doveva succedere per farla maturare e farle capire la
realtà circostante.
Ecco che da "vedova cattiva" si trasforma in figura
quasi angelica ricoperta da un abito di tulle bianco e con uno storno di falene
che la circondano come per proteggerla. Ora ha capito che sbaglio ha fatto, ora
può uscire allo scoperto, riscoprendo una luce nuova.
Il suo animo da "combattente" è
espresso dalla mise che indossa nell'ultimo frame del video: bolerino nero con
ricami rossi con collento ampio nero e gonna corta strappata rosso scuro.
Sapientemente lavorate l'acconciatura e il trucco che si traduce in un
disegno sulla fronte che rappresenta una grande falena.
La regia è di Floria Sigismondi che oltre ad
essere regista di video musicali e di film e anche fotografa. Ha diretto anche
il video di un'altro singolo dell'Aguilera, "Hurt",
il quale è ambientato in un circo.
Ultimamente abbiamo visto
l'Aguilera sugli schermi cinematografici perchè ha interepretato il ruolo di
protagonista nel film "Burlesque" diretto da Steven Antin, uscito in
Italia lo scorso febbraio.
La trama è tutta incentrata su
Ali, una ragazza di provincia che arriva a Los Angeles per sfondare nello
spettacolo, sperando che qualcuno si accorga delle sue doti di cantante. Nel
suo primo impatto con lo showbiz, tuttavia, ottiene soltanto un lavoro come
cameriera del “Burlesque Lounge”, un teatro sul cui palcoscenico hanno luogo
scintillanti e variopinti numeri danzanti per adulti, imperniati su scene
comiche a sfondo erotico. Attirata dagli spettacoli e dal mondo che circonda
questo locale, Ali persuade Tess, la proprietaria, a concederle un’occasione
per salire sul palcoscenico. È l’inizio di un successo che travolge Ali,
riportando il “Burlesque Lounge” agli antichi splendori e risollevando le ormai
esangui finanze personali di Tess.
I costumi sono di Michael Kaplan degno di essere
elogiato per la bravura e la precisione nei dettagli e nella cura dei tessuti e
delle varie applicazioni adoperate per i capi.
Concludo consigliandovi di
ascoltare la colonna sonora di questo film che è molto bella. Di seguito, il
video di "Express",una delle canzoni tratte dal film, nel quale
l'Aguilera indossa un body tutto ricoperto di paillettes nere e con sopra
disegnate due sagome di mani, di colore nero nella zona dei seni mentre di
colore bianco nel fondo schiena.
A settembre 2010 ho diretto e partecipato ad una sfilata interculturale al circolo Malaussène a Palermo grazie all'iniziativa promossa dall'Associazione Hombre in occasione del manifestazione "ClanDestino Day". E' stata una bella esperienza, soprattutto indossare degli abiti veramente belli ed interessanti.
Impossibile non ricordarsi di lei e del suo bizzarro ma alquanto divertente video del suo esordio che l'ha resa famosa. Sto parlando di Lily Allen (inglese, classe 1985) e della sua Smile. Questo videoclip irriverente e scanzonato mostra la cantante prendersi una vendetta sull'ex-fidanzato che l'aveva tradita, in diverse maniere. In questo contesto Lily sfoggia un look totalmente diverso rispetto a quello recente: capelli raccolti in una coda di cavallo un po' arruffata, vestitino lungo sui toni chiari, trucco sia semplice come l'eyeliner nero, sia originale come l'ombretto rosa acceso. Colori vivaci, spiritosi, per una Allen ironica e provocatoria. Ai piedi delle semplici scarpe da ginnastica, proprio per smitizzare lo stereotipo della "preatty girl" che si è diffuso nell'ultimo decennio. Un tocco di estrosità negli orecchini a forma di cuore giganti e nelle collane lunghe che riecheggiano lo steet style sfoggiato dalle cantanti rapper afro-americane.
Qual è il fattore che uscire l'arte e la moda? Si fa arte con la moda o moda con l'arte? Point of view. Sicuramente Mary Grace De Giorgio ce lo potrà spiegare meglio. Proprio lei ha curato lo style del reportage "La grande storia a colori dell'Arte" che compare nel n° 49 del magazine VELVET (edito da La Repubblica). Avviciniamo un capolavoro da museo ad un bel vestito: sono uguali. Rimandi e colpi al cuore si faranno sempre più mentali. Iniziamo il nostro viaggio tra le famose e stupende opere d'arte. Il materiale è stato preso anche dal sito del magazine GRAZIA.
Abito di Etro (A/I 2010) e scultura "Victorede Samothrace" di Yves Klein.
Tuta di Christopher Kane (collezione 2011) e il dipinto "Le ninfee normanne" di Claude Monet.
Stivale di gomma Tommy Helfiger e Murales di Keith Haring.
Il panorama della moda ha risucchiato anche la musica creando
un legame intenso e multiforme.In questa categoria discuteremo di icone vecchie
e nuove dell'ambito musicale che oltre ad essere diventate celebri per le loro
capacità musicali, hanno colpito per il loro look e per la loro estrosità.
Partiamo da
un'icona "fresca fresca", che ha spopolato con le sue hit nel giro di
un paio di mesi il panorama della musica "electro-pop".Sto parlando
della rossa Elly Jackson, in arte La Roux. Elly ha 20 anni, un caschetto rosso
fuoco, le lentiggini e un talento per creare melodie che fa scomparire il mondo
circostante. Ma a lei non interessa copiare qualcosa o qualcuno, ma di
incanalare le sue esperienze ed emozioni in meravigliose esplosioni musicali.
La rossa di Brixton (Gran Bretagna) sostiene: “Certo, posso anche ascoltare
musica con parole senza significato, lo faccio sempre. Semplicemente non è
quello il tipo di musica che voglio fare. Ho pianto tra una registrazione
vocale e l’altra. Voglio creare una connessione profonda con le persone.”
Durante gli anni
al college le sue composizioni acustiche diventano sperimentali ed Elly si
esibisce su richiesta dei compagni a qualche party a casa d’amici: uno di
questi party cattura l’attenzione di un tecnico del suono della zona che alle 4
di mattina si mette a chiamare freneticamente tutti i produttori di sua
conoscenza. Uno di questi produttori è Ben Langmaid, il capo di uno studio di
Londra in forte ascesa.
Ho deciso di creare questo blog per condividere con la gente
la passione per la cultura e soprattutto per la moda. Penso che al giorno
d’oggi si dovrebbe avere la possibilità di esprimersi come al meglio si può:
attraverso la musica, la danza o semplicemente attraverso un proprio modo di
vedere le cose che è diverso in ognuno di noi. Penso che la moda sia un’immensa
risorsa che bisogna assolutamente
sfruttare al meglio perché ad essa si possono collegare tutte le altre arti
espressive. Le tendenze sono importantissime per comunicare al meglio il
proprio essere e far predominare di più una parte rispetto ad un’altra del
nostro ego. Troppo spesso le case di moda mandano dei messaggi non molto
corretti (alle volte al limite dell’assurdo) riguardo all’esteriorità: per
essere veramente “belle” bisogna rientrare in una taglia 36/38, essere
fisicamente proporzionate, sempre truccate (a meno che non sia una già una
meraviglia in acqua e sapone). Insomma senza un capello fuori posto! A mio avviso questo messaggio non è corretto;
prima di tutto bisogna piacere a se stessi (e poi se si vuole agli altri) e
andare d’accordo con il proprio corpo, anche se non si rientra in taglie
piccole; in secondo luogo cercare di giudicare il meno possibile perché nessuno
sceglie il fisico che ha. Quindi non ci basiamo troppo su quello che si dice
in giro o magari su quello che le riviste di moda voglio far passare. Bisogna
sempre dare una propria interpretazione a ciò che si sente e a ciò che si legge, non solo nel campo
della moda, anche nella vita di tutto i giorni.
Vi siete mai chiesti chi ha creato il famoso logo I LOVE NEW YORK che ormai imperversa in tutti i capi d’abbigliamento? Vi risparmio qualsiasi dubbio terribile. L’ideatore, magari, non vi dirà niente, ma è una leggenda del design mondiale: Milton Glaser. Nato a New York nel 1929, studia all’Accademia delle Belle Arti di Bologna e dell’Italia ha una bellissimo ricordo: “ l’Italia significò il mio svezzamento alla cultura del cibo. Mia madre era una cuoca terribile, la sua ricetta degli spaghetti consisteva nel cuocerli per tre quarti d’ora, tagliarli a pezzi e cospargerli di sugo di pollo. Bologna fu uno shock gastro-culturale, è stato lì che presi la decisione di tenere per il New York Magazine la rubrica The Underground Gourmet, guida ai ristoranti economici o etnici. Una novità negli anni 70: fu allora che mangiare cheap cominciò ad essere considerato chic”. Glaser è stato anche alunno del celebre pittore Giorgio Morandi che di lui ha avuto sempre una grandissima stima e ammirazione, tanto che si è ispirato proprio a lui nella scelta del metodo d’insegnamento.
Questa è stata una delle prime sfilate a cui ho assistito che mi ha colpito. E' stato strano trovarmi lì accanto a giornalisti, scrittori e critici del settore della moda e rimanere attonita alla visione di questi corpi che passavano con indosso stoffe e colori di un'eleganza incredibile. Per loro era ordinaria amministrazione, per me un'estasi per la vista. Il fatto stesso che una sfilata duri così poco fa percepire che quel sogno, quel flash improvviso di sfumature e giochi di luci può durare solo un lasso di tempo e può essere visto solo da persone selezionate. In quel momento mi sono sentita una ragazza fortunata. Non è da tutti assistere alle sfilate di moda a Milano, ma la cosa più interessante da dire è quello che si è percepito subito dopo la visione della collezione. Mi sarebbe piaciuto chiedere ad alcune persone del pubblico: che cosa aveva provato alla vista di quei capi d'abbigliamento? qual è stata la vostra sensazione al primo impatto?
E' stato un po' deludente appena si sono riaccese le luci generali vedere un fiume di gente uscire frettolosamente per andare a vedere un'altra sfilata di un altro brand che si sarebbe svolto di lì a poco, come uno sciame di api che scappa appena qualcuno rompe la loro dimora, il loro alveare.
Lo scorso giugno ho frequentato un corso di organizzazione di sfilate presso un Accademia di moda che si chiama Up to Date (http://www.fashionuptodate.com/) a Milano. E' sata un'esperienza che mi ha fatto crescere parecchio perchè, anche se avevo già appreso nozioni riguardanti la storia del costume e la chimica dei tessuti, il mondo prettamente organizzativo mi era del tutto ignaro. Anche se il corso si è svolgo nell'arco di solo 15 giorni, le lezioni sono state molto interessanti ed intense; ho avuto la possibilità di capire e imparare cosa avviene prima di una sfilata: il casting per le modelle, la scelta dei capi, il mood da scegliere, il fitting ecc... Alla fine del corso toccava a noi studenti organizzare una vera e propria sfilata. All'inizio pensavo che sarebbe stata una cosa impossibile o comunque molto difficile, invece seguendo i consigli di alcuni docenti e sopratutto di alcuni esponenti della moda e dei brand italiani che abbiamo avuto modo di conoscere, è stata una bellissima esperienza. Non avendo i tempi e i requisiti adatti a creare noi stessi i capi, ci siamo affidati alle due brand italiane: Fiorucci (http://www.fiorucci.it/) e Leidiro (http://www.leidiro.it/) per creare il mood per la sfilata. Questi due marchi d'abbigliamento sono l'uno diverso dall'altro e noi studenti siamo riusciti a creare una sorta di storia che potesse intrecciare questi due tipi di stili. E' venuta fuori una donna romantica ed elegante che ama anche divertirsi con le amiche uscendo per fare una passeggiata o andando a ballare.
Purtroppo non ho potuto documentare con delle foto la prova finale conclusasi con la sfilata perchè ero occupata a gestire il tutto nel backstage. Mi è dispiaciuto molto. Nonostante ciò, sono riuscita a fotografare alcune mise della collezione P/E 2012 di Gazzarini. :-)