mercoledì 25 settembre 2013

Sfilata di moda "Women of the World"


La settimana scorsa ho organizzato una sfilata incentrata sulle culture del Mondo: Women of the World. E' stata un'esperienza stupenda!! Ho scelto ragazze appartenenti a diverse culture che hanno indossato i propri abiti tradizionali. 

foto by Valentina Di Cristina

foto by Valentina Di Cristina

Foto by Giusy Lo Grasso
Foto by Giusy Lo Grasso

foto by Valentina Di Cristina

In passerella hanno sfilata Mabel proveniente dal Ghana, Jessica dalle Isole Mauritius, Sonia dall'Iran, Mihaela dalla Romania, Federica e Claudia dall'Italia. 


Foto by Giusy Lo Grasso

Ci siamo divertite moltissimo e alcune di loro hanno potuto indossare le creazioni della jewel designer Aleksandra Soboleva, una ragazza russa che abita a Palermo da diversi anni e realizza accessori stupendi. 


foto by Valentina Di Cristina

sabato 14 settembre 2013

La forza dell'immaginazione

Buongiorno a tutti! Quest'oggi vi parlo di Umberto Nicoletti
Non è un volto nuovo del fashion system, ma uno dei diversi italiani che esprimono le proprie competenze e attitudini cercando lavori in centri culturali. Come lui, una persona su 5 (il 22 %) afferma che in futuro vorrebbe provare altri ambiti lavorativi e di carriera per accrescere le proprie conoscenze e scoprirne di nuove. 


Qui di seguito vi riporto una sua intervista apparsa su D Magazine qualche anno fa che vi invito a leggere con attenzione perché è estremamente interessante.

Che lavoro sognava di fare quando era piccolo? 
<< Sono sempre stato affascinato dalle immagini. Adoravo andare nell'ufficio di mio padre e usare la fotocopiatrice per giocare con le fotografie. Volevo restare nel mio mondo magico di bambino e in qualche modo ci sono riuscito>>. 


Alcuni lavori di Umberto Nicoletti 





Qual è stato il suo percorso? 
<< All'università ci assegnarono il compito di individuare e realizzare un "totem" che ci rappresentasse. Con l'aiuto di due amici, seguendo un gioco ad esclusione, arrivammo a questo concetto: "vortice equilibrato". Queste parole rappresentano il mio modo di lavorare. sono nato a Padova, dopo il liceo artistico sperimentale ho frequentato l'Isia di Urbino dove ho studiato tipografia, illustrazione, serigrafia, percezione visiva e programmazione informatica. Poi un anno in Germania e alla fine, Milano. Principalmente faccio il fotografo, spesso mi diverto a fare il regista di videoclip e ho un gruppo di rock alternativo di nome Enil la Fam del quale sono la voce. Ho fatto anche parte di un collettivo chiamato PhoneJobs che ha fatto da spalla alla cantante Meg nel primo concerto interamente eseguito, audio e video, con Iphone e Ipad nel 2009/2010.



Scelgo luoghi e professioni per contrapposizione, mi costringo ad affrontare sempre scelte nuove e diverse. Così si impara tantissimo, senza dare niente per scontato. All'inizio lottavo contro il mio essere poliedrico, poi mi sono reso conto che una cosa dava nutrimento all'altra; se toglievo tutto focalizzandomi su una cosa sola, la magia creativa non funzionava più >>.

Come concilia lavoro e passione? 
<< Sono la stessa cosa. Credo non ci sia niente di peggio dell'affrontare ogni giorno un lavoro che non si vuole fare. Ho bisogno di stupirmi io per primo per poter trasmettere emozione ad altre persone. Forse è per questo che appena avverto la noia dietro l'angolo mi sposto verso un nuovo progetto che mi possa far ritrovare l'entusiasmo >>. 

Un incontro lavorativo che le ha cambiato la vita? 
<< Sicuramente quello con Meg: insieme a lei ho capito che la creatività non è fatta di etichette ma di curiosità, dedizione e collaborazione >>.




La Pinta*





Immagini da: 
www.umbertonicoletti.com

venerdì 6 settembre 2013

Un trattato di pace con la moda



Nel 2008  Farah Malik, pachistana musulmana, e Dana Arbib, libica ebrea si sono incontrate a Roma per creare un progetto molto interessante. Così nella capitale italiana è nata l'idea di A Peace Treaty, un brand che ha lo scopo di condividere l'amore per la manualità, per le origini e per l'intercultura. 

(da sin. verso des.) Dana Arbib e Farah Malik

Queste due ragazze creano sciarpe e gioielli nei villaggi più lontani del pianeta, stimolando l'economia locale. 



Le due creatrici, molto giovani, sono state già adocchiate da diversi volti dello star system e hanno ricevuto i complimenti dalla Casa Bianca. 
Qui di seguito alcune immagini della collezione Primavera/Estate 2013.


martedì 3 settembre 2013

La storia dello sguardo in poche righe

Sono sicura che la maggior parte di voi che sta leggendo questo post sarà più interessata nel sapere su quale argomento riguarda. Uno dei migliori amici delle donne in fatto di cosmesi: il mascara. Ebbene sì (non ve l'aspettavate, eh?), l'incredibile strumento che il 57,4 per cento di NOI ama alla follia e che non può vivere senza. 
Durante l'estate, AstraRicerche ha indagato su ben 750 donne italiane sia giovani che mature in merito a quale la parte del corpo è più espressiva. Indovinate?? Un'italiana su due considera lo sguardo la parte più interessante e quella che esprime più personalità (ma dai?!).



C'è chi è dell'idea che gli occhi devono essere intesi ( 67, 7 per cento), anche intelligenti e allegri ( 44,3 per cento), ma anche ammalianti ( per un 26, 5 per cento), di un bel colore (neanche il 20 per cento), mentre il 18, 6 per cento è dell'idea che debbano essere grandi. 
Il vincitore indiscusso della sfida Quale prodotto intensifica lo sguardo? è indubbiamente lui: il m - a - s - c - a - r - a.




Attenzione però a non chiamarlo rimmel! Eh sì, perché si è scoperto che uno degli errori più comuni che una donna possa fare è confondere il nome del prodotto con la famosa marca che ne ha fatto la sua fortuna. Proprio la casa di cosmetici inglese ha da poco fatto uscire un nuovo prodotto che si chiama ScandalEyes Retro Glam, un tipo di mascara che promette di creare ciglia effetto ventaglio (alias pavone?). 
La testimonial della campagna di cui potete vedere le foto qui sotto è la giovane modella Georgia May Jagger (vi ricorda qualcosa questo cognome?!), figlia di Mick Jagger e di Jerry Hall. 













E' dire che ne è stata fatta di strada da quando nel 1860 Eugène Rimmel diffuse il primo mascara prodotto dall'industria cosmetica moderna che prese il nome dal suo inventore. Era un preparato atossico che prendeva ispirazione dal kohl e dallo stile egiziano.

Eugène Rimmel


un astuccio ottocentesco di mascara


A fine Ottocento era molto rischioso truccarsi perché i materiali contenevano tracce di arsenico e di mercurio e le donne si allungavano le ciglia con un mix ricavato dal residuo oleoso che si depositava sul fondo delle lampade e da una polvere finissima che si produceva triturando il carbone. 



Si dovrà aspettare il 1938 per il primo mascara waterproof, brevettato da un attrice di teatro viennese la quale notò che il mascara le si scioglieva in scena colandole sulle guance. 
Altra data da ricordare è il 1957 in cui Helena Rubinstein inventò il mascara in tubo con spazzolino applicatore, quello che usiamo tutt'oggi riveduto e corretto. 




La Pinta*




Immagini da: 
www.frasiaforismi.com
www.alfemminile.com
www.movieplayer.it
www.theshanamarieshow.com
www.tenditrendy.com 
www.goldgarage.it
www.vogue.it