Vi siete
mai accorti delle forme di arredamento che si utilizzavano nel periodo tra le
due guerre? Un periodo moto interessante soprattutto per il design e la moda.
Due manifesti degli anni '30 di Marcello Dudovich |
Pensate a
mobili dalle forme essenziali creati con materiali che fino ad allora non erano
mai stati utilizzati nell’arredamento. Tutto ciò è stato inserito in una
retrospettiva che si è svolta a Forlì intitolata Novecento. Arte e vita in Italia tra le due guerre ai Musei San
Domenico. All’interno della mostra si possono analizzare i mobili di Ulrich, i
dipinti di Funi, De Chirico, Balla, alcune calzature della collezione Ferragamo
e oggetti di arredamento disegnati da maestri come Gio Ponti, MarcelloPiacentini, Franco Albini.
Gino Severini, Matenità, 1916 |
Curatrice
della sezione moda e design è stata Maria Paola Maino, la quale ha selezionato
i pezzi partendo da un’idea ben precisa: “Dimostrare
come, tra le due guerre, il Novecento fosse diventato un brand da attaccare a
qualsiasi forma artistica, compreso il design”.
Abito in organza e tulle, 1920 |
Abito in seta e jersey, 1938 |
Bisognava dare uno sguardo
al passato, ma immaginando una casa moderna e accogliente. E’ quanto affermava
Ponti nella sua rivista Domus,
fondata nel 1928 “con la missione”
esplicita la Maino “ di rinnovare il
gusto di una media borghesia italiana che iniziava ad avere soldi da spendere
per arredare i propri salotti”. Proprio all’interno della mostra è stata
inserita una libreria inventata da Ponti per la linea di arredamento Domus Nova richiesta dalla Rinascente
alla fine degli anni Venti per offrire, seguendo lo slogan della pubblicità, “mobili di forme semplici, ma di ottimo
gusto”.
Gio Ponti e la rivista Domus |
Gio Ponti, Vaso Prospectica |
Sicuramente
gli arredi scelti da Maino fanno intendere anche che non tutti gli oggetti di
quel periodo davano uno sguardo verso il futuro. Del resto, quelli sono stati
gli anni dell’ascesa del fascismo e, dopo il passaggio del movimento futurista,
di un ampio ritorno all’ordine e all’importanza del passato. Come le due
poltrone rosse in stile Decò regalate per il matrimonio della figlia di
Margherita Sarfatti, amante del Duce e grande promotrice culturale dell’epoca.
Sedia rossa per la casa di Fiammetta Sarfatti di Marcello Piacentini, 1933 |
Scarpe degli anni '30 di Salvatore Ferragamo |
E ancora, la credenza progettata da Tito Varisco, nei cui sportelli sono
raffigurati quadri del Quattrocento rammenta che il movimento Novecento, di
Mario Sironi e Achille Funi, guardava al Rinascimento come un modello
irrinunciabile. “Tutto il design ideato
nel ventennio tra le due guerre oscilla tra innovazione e classicismo. Alla
fine, però, a prevalere fu la linea più essenziale e moderna. Capace di portare
la contemporaneità nelle nostre case”, afferma Maino.
Abito in jersey, 1929 |
Abito in seta, 1938 |
La Pinta*
Immagini da:
www.beniculturali.it
www.visitgenoa.it
www.marcellodudovich.it
5 commenti:
un bel post....mi ha fatto fare un viaggio nel passato!
Nameless Fashion Blog
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Bel post! Mi piace molto l'abito di seta!
Alessandra
www.alessandrastyle.com
Molto interessante questo post. Compimenti
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Adoro questi posts, in cui si può conoscere di più del passato e fare un viaggio alla scoperta di come le epoche venivano rappresentate in moda e cultura.
Molto interessante e fantastici abiti!Un bacio
www.andreaswag.com
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